venerdì 28 giugno 2019

SALMONE AL FORNO



Quando le temperature esterne raggiungono i 40°C ed in casa non hai ancora acceso i climatizzatori, il forno si può accendere può accendere, fidatevi, non cambia nulla: morti di caldi eravate e morti di caldo restate, ahahahah!
Premesso ciò ogni tanto se trovo qualche bel pezzo di salmone, e per bello intendo senza fili di grasso, lo compro e lo metto in forno con aneto e fettine di limone e il gioco è fatto. Il salmone amo mangiarlo accompagnato da verdure cotte, come i fagiolini in Estate o broccoli in Inverno e non lo so mi sento felice per aver fatto un pasto abbastanza sano ma gustoso.


SALMONE AL FORNO

500 g di salmone (sfilettato in due pezzi)
mezzo limone
1/2 cipolla media
aneto
sale
pepe nero macinato fresco
olio extra vergine di oliva

Accendete il forno a 160°C.
In una pirofila adagiate i due pezzi di salmone e condite con un filo d'olio, la cipolla affettata finemente, delle fettine sottilissime di limone, sale, pepe e una bella "spolverata" di aneto.
Infornate per 20-25 minuti, dipende dallo spessore dei pezzi di salmone. La carne deve essere cotta, ma rimanere morbida e non dare al palato la sensazione di essere secco e cotto troppo.
Servite subito accompagnato con un contorno di verdure cotte o anche una bella insalata fresca.



Enjoy!!!

mercoledì 26 giugno 2019

BISCOTTI FROLLINI per LA COLAZIONE



La colazione, dicono gli esperti sia il pasto più importante, quello che ci dà le energie necessarie per affrontare la giornata, ed è vero, ma di fatto io a colazione prendo un bel tazzone di latte macchiato con l'immancabile caffè espresso, che finisco di bere nell'arco della mattinata. Perchè io anche solo due gocce, ma alla mattina ho bisogno del caffè espresso! Però se sono in vacanza, in qualche bell' albergo, beh, non guardo in faccia nessuno e mangio di tutto, perchè normalmente saltiamo il pranzo, o tutto al più prendiamo un gelato o un piccolo aperitivo per arrivare all'ora di cena. Ricordo ancora che mi sono innamorata dei ramen giapponesi durante la colazione al New Otani di Tokyo, e che le salsiccette con le patate che fanno al Palmer House Hilton di Chicago sono insuperabili... insomma non sono tra quelli che disdegnano il salato a colazione, ma solo se sono in viaggio e in relax!
Ma la scorsa settimana mi è presa la frenesia di far dei biscotti, e non so perchè, visto che questo implicava accendere il forno...ma tant'è che domenica quando il termometro esterno ha raggiunto i 39°C io ho ben pensato di fare questi biscotti.. a volte non mi capisco nemmeno io.
Comunque ho mescolato ingredienti così " a sentimento" e vi evo dire che sono usciti fuori dei frollini favolosi. Magari però fateli in Autunno!!! Ah secondo me son buonissimi anche con il tè e anzi quando le temperature esterne torneranno umane li rifarò proprio per uno dei mie tè pomeridiani con le amiche.


FROLLINI
200 g di farina 00
50 g di farina di semola di grano duro
80 g di zucchero
100 g di burro freddo
1 uovo medio
50 g di latte intero
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 pizzico di sale

Latte e cristalli di zucchero (in mancanza zucchero di canna) per la finitura

Potete lavorare a mano dentro ad una ciotola, ma io ho preferito fare tutto con la planetaria (io uso KitchenAid) con il gancio a foglia "K".
Inserite nella ciotola le farine con il bicarbonato di sodio, mescolate ed aggiungete il burro a tocchetti, dopo pochissimi secondi aggiungete l'uovo, il latte e l'estratto di vaniglia, mescolate un minuto, versate il sale e dopo 30 secondi formate una palla e chiudetela in pellicola per alimenti e riponete in frigo almeno mezz'ora (considerando le temperature di questi giorni di più è ancora meglio).
Preriscaldate il forno a 180°C.
Spolverate leggermente di farina il piano di lavoro e stendete l'impasto a circa mezzo cm di spessore. Con il cutter formate i biscotti, spennellateli con un po' di latte e pressateli sui cristalli di zucchero( in mancanza va bene anche dello zucchero di canna) e poggiateli mano mano sulla leccarda del forno rivestita di carta forno. Mettete la leccarda o la teglia 10-15 minuti in freezer e poi infornate il tempo che i biscotti iniziano a dorarsi bene.
Fateli raffreddare e conservateli in una scatola d latta sul cui fondo avrete messo un disco di carta forno.



Enjoyyyy!!!

lunedì 24 giugno 2019

INSALATA DI RISO CON PESTO DI TONNO, PISTACCHI E POMODORINI SECCHI



Sono ripetitiva lo so, ma non posso farci nulla a me il caldo fa passare la voglia di accendere i fornelli, ma allo stesso tempo mi fa venire voglia di preparare cose sfiziose per invitare amici in giardino a godere di qualche filo di venticello. E diciamo anche che la cosa bella dell'Estate sono  i piatti freddi tipo le insalate di pasta o di riso, l'importante è non farne quantità da esercito che poi si finisce per odiare quel contenitore Tupperware onnipresente in frigo, ahahahah.
Questa volta il pesto di tonno e pistacchi fatto la settimana scorsa è stata la scusa per cuocere un po' di riso e farlo raffreddare per combinare una bella insalata che potrebbe essere un ottimo must ogni tanto, è bastato aggiungerci qualche ingrediente ed il gioco è stato fatto.
Molti di voi sono già in vacanza, altri la stanno agognando, beh vi auguro solo che siano belle come le desiderate, che siano al mare, in montagna in qualche bella città, GODETEVELE!!!




INSALATA DI RISO con PESTO DI TONNO E PISTACCHI, POMODORINI SECCHI & CO

300 g di riso bollito al dente (io non uso MAI il riso parbolied!!!)
200 g di pesto di Tonno e Pistacchi
150 g di papata lessa
100 g di fagiolini bolliti
150 g di pomodorini secchi (io uso dei pomodorini ciliegino di Pachino secchi)
qualche pistacchio di Bronte
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero macinato fresco



Mentre fate raffreddare il riso, dopo averlo bollito in acqua salata, fate ammollare  pomodorini secchi qualche minuto in acqua calda. Asciugateli con carta da cucina, e tagliateli a metà (se usate dei pomodori secchi di dimensioni più grandi rispetto ai ciliegini tagliateli a tocchetti più piccoli), tagliate a pezzettini i fagiolini e a cubetti la patata lessa.
Mettete il riso in una ciotola capiente, mescolate con olio extra vergine di oliva, del pepe macinato al mulinello, e iniziate ad aggiungere il pesto di Tonno e pistacchi, i pomodorini, avendo cura di mescolare bene ad ogni aggiunta, i fagiolini, le patate e i pistacchi interi. Mescolate bene, assaggiate di sale e poi riponete ben chiuso in frigo qualche ora, per fare amalgamare bene i sapori tra loro.
Servite decorando con un po' di farina di pistacchi.



Enjoy!!!

venerdì 21 giugno 2019

ZUCCHINE MARINATE


Avete caldo??? Aahahahahhah, prima tutti a lamentarsi del freschetto, della pioggia, ora tutti distrutti dal caldo,dall'umidità... io preferivo prima, ma non  mi lamento perchè ho iniziato le orette al mare e perchè siamo onesti, la notte si riesce ancora a dormire senza la necessità di accendere il climatizzatore. Ovviamente i nostri pranzi e le nostre cene si basano su verdure e piatti freddi, come mozzarelle, insalate, pasta freddainsalata di risopesce marinatotartare di tonno, carpaccio di carne, tutte cose così insomma. Complice il caldo e la voglia di qualcosa di fresco e veloce ho pensato a preparare delle zucchine crude marinate, molti lo chiamano Carpaccio, ma io sono tra quelli che per Carpaccio intende quello che è rosso come la carne di vitello o come il tonno appunto, o la Bresaola,  dal colore rosso che usava e tanto amava il pittore Vittore Scarpazza o Scarpazo, detto Carpaccio dal momento che firmava le sue opere con il nome di Carpathius o Carpatio. Ho visto alcuni dei suoi quadri più famosi in Musei come gli Uffizi a Firenze, il Metropolitan di New York o il Getty di Los Angeles, all'Accademia di Brera a Milano, al Louvre di Parigi e al Palazzo Ducale di Venezia e quel rosso mi ha sempre affascinato.
Il nome al famoso piatto di controfiletto crudo lo diede appunto Giuseppe Cipriani dell'Harry's Bar di Venezia, che creò questa ricetta negli anni '50.
Ora si tende a chiamare erroneamente Carpaccio tutto ciò che è preparato a crudo, a fettine sottili, ma per me non è così, se non è rosso. Quindi le zucchine crude, tagliate per il lungo a fettine e condite non sono un carpaccio, ma marinate così come il pesce spada, o le alici e altro.
Sulla ricetta oltre a dirvi che la preparazione è veloce e che richiede solo una mandolina o pelapatate, aggiungo che la consiglio sia per accompagnare del pesce che carni e formaggi, l'importante se già non la conoscete è che la proviate.



ZUCCHINE MARINATE

4 zucchine verdi
olio extra vergine di oliva
origano
limone
Parmigiano Reggiano grattugiato o in scaglie
sale e pepe nero

Lavate e mondate le zucchine. Affettatele sottili con l'aiuto di una mandolina o anche un semplicissimo pelapatate. Mettetele in uno scolapasta con sale grosso a strati e lasciatele sgocciolare della loro acqua per un'oretta e mezza.
Dopo di che asciugatele con un panno o carta assorbente e iniziate ad adagiarle su un piatto da portata e fate un primo strato con succo di limone, pepe, sale olio extra vergine di oliva, origano e Parmigiano Reggiano e continuate così fino ad esaurimento delle zucchine. Coprite con pellicola per alimenti e mettete in frigo per almeno un'oretta in modo che si raffreddino bene.
Servite fredde.

Enjoy!!!

mercoledì 19 giugno 2019

PESTO AL TONNO E PISTACCHIO DI BRONTE



Quando si ho voglia di sperimentare e fare qualcosa di nuovo in cucina, a me capita di farlo con quello che mi ritrovo in dispensa o nel frigo. In questi giorni in cui l'Estate è arrivata prepotente a dire il vero non mi sconfinfera tanto l'idea di accendere forno e fornelli... però l'altro giorno guardavo un barattolo di vetro pieno di ottimo tonno sott'olio (extra vergine d'oliva) acquistato dalle parti di Capo Passero, dove ci sono ancor ottime tonnare che lavorano queste carni di pesce pregiato in maniera artigianale, e pensavo a come utilizzarlo senza riproporre la solita salsa al pomodoro, o in insalata ed ecco che mi ritrovo d'avanti la farina di pistacchio di Bronte, una cipolla di Tropea e inizio a tritare, cercare altri ingredienti base che difficilmente mancano a casa mia, ed è uscito un "pesto" che su dei crostini o per condire della pasta vi assicuro che ha il suo validissimo perchè!!!



PESTO AL TONNO E PISTACCHIO DI BRONTE

200 g Tonno sott'olio d'oliva
20 g capperi dissalati  tritati finemente
40 g farina di pistacchio di Bronte
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
1/2 cipolla rossa di Tropea tritata finemente
-2 cucchiai di aceto di vino bianco
1 cucchiaio di zucchero
3-4 foglioline di basilico
pepe nero o peperoncino
sale
olio extra vergine di oliva

In una padella versate un po' di olio extra vergine di oliva, una macinata di pepe nero (o se preferite del peperoncino) e stufate a fuoco dolcissimo la cipolla tritata finemente, se serve aggiungete 1,-2 cucchiai di acqua per farla appassire ma non bruciare, aggiungete dopo 5 minuti i capperi, mescolate e dopo un paio di minuti aggiungete l'estratto di pomodoro e fate amalgamare. Alzate la fiamma aggiungete lo zucchero e sfumate l'aceto. Mescolate bene e spegnete il fuoco. Fate intiepidire, versate in un mortaio( ma va bene anche il boccale di un frullatore ad immersione) il tonno, questa salsina di tonno e capperi le foglie di basilico il sale e la farina di pistacchi e pestate fino a ridurre tutto in un pesto ben amalgamato, aggiungendo olio extra vergine di oliva.


Conservate in frigo chiuso bene coperto con olio extra vergine di oliva oppure congelatelo.

ENJOY!!!

lunedì 17 giugno 2019

PIZZA AL PIATTO COTTA NEL BBQ


               


Avendo provato il pane Uiguro sulla pietra refrattaria Hans Grill ed essendone rimasta più che soddisfatta, ho voluto provare un'altra sfida, il barbecue,ma sfida nella sfida ho pensato di provare a cuocerci una pizza, al piatto, e con una ricetta che in forno già sapevo non mi avrebbe delusa, quella di Adriano Cotinisio, che come ho già detto mille e mille volte sui lievitati insieme a Paoletta Sersante, è un maestro!!! Da anni nel loro gruppo su Facebook si parla di questa pizza cotta nel forno di casa sulla pietra refrattaria, e tutti ne hanno tessuto lodi infinite sempre, la pizza come in pizzeria e caspita se è vero!!!
Bisogna però conoscere bene il proprio barbecue, il mio è un CharlBroil a gas con quattro accensioni,  e le temperature, perchè è anche vero che la pietra diventa talmente calda da rischiare di cuocere troppo il sotto della pizza, e quindi bruciarlo, cosa che invece cuocendo nel forno casalingo è più facile evitare.
Ora posso confermare che la ricetta è superlativa, così come la cottura sulla pietra refrattaria e nel barbecue, dove le alte temperature si raggiungono molto più velocemente che nel forno di casa, ma se volete cuocere nel forno elettrico, basterà mettere la pietra refrattaria nel ripiano più in alto, raggiungere la temperatura più alta e poi accendere il grill per i 3 minuti che vi serviranno per cuocere la vostra pizza. Perchè come dice Adriano la cottura per essere perfetta non deve superare i tre minuti e così è!!!
Solo una nota di attenzione: ***il passaggio dalla paletta alla pietra refrattaria deve essere veloce e deciso, e soprattutto la paletta deve essere spolverata di farina di semola, che però sulla pietra incandescente si brucia facilmente e quindi se siete alle prime armi, o non vi sentite sicuri, mettete carta da forno sulla paletta stessa e aiutatevi con una pinza da cucina per spostarla sulla pietra evitando un accartocciamento della pizza stessa con conseguente "disastro"!!!





500 g di farina Manitoba per uso casalingo (io uso la Spadoni)
500 g di acqua
1 g di lievito di birra secco* (io uso Lidl)- la ricetta originale di Adriano dice 3 grammi di lievito di birra fresco
270 g di farina tipo 0 (io ho usato sempre una farina del supermercato, non professionale)
80 g di semola rimacinata di grano duro
1 cucchiaino di malto (facoltativo) io non l’ho usato
25 g di sale
30 g di olio extra vergine d’oliva
*+ ¼ di cucchiaino di lievito di birra ecco nell’impasto del giorno successivo (modifica mia)


Preparate il poolish la sera prima, inserite i 500 grammi di farina Manitoba con il lievito di birra e l'acqua  nella ciotola della planetaria (io uso il KitchenAid- ma non è difficile, si può fare anche a mano utilizzando una ciotola con l’aiuto di un cucchiaio) con il gancio ad uncino e mescolate tutti ingredienti, pulendo le pareti della ciotola con l’aiuto di una spatola. Lasciate nella ciotola e coprite con pellicola per alimenti a circa 20°C in cucina** tutta la notte.
L’indomani mattina troverete il poolish cresciuto a questo punto sempre con il gancio ad uncino aggiungete a due cucchiai alla volta le farine rimanenti, ce avrete precedentemente setacciato con il pizzichino (1/4 di cucchiaino)*di lievito di birra secco e fate amalgamare, versate il sale, e una volta assorbito aggiungete l’olio, fate andare la macchina il tempo che l’impasto si uniformi bene. Formate una palla, rimettete l’impasto nella ciotola e lasciate puntare coperto da pellicola per 30 minuti.
A questo punto stagliate e formate i panetti, con questa dose ne vengono cinque da 250 grammi con un avanzo di 100 grammi oppure 6 panetti da 225 grammi. Adagiateli in contenitori con coperchi a chiusura ermetica (io uso dei Tupperware rettangolari) in cui avrete dato una spolverata di farina di semola e riponete in frigo minimo per 6 ore. Due ore prima della cottura tirate fuori i contenitori per farli tornare a temperatura ambiente.
Venti minuti circa prima di cuocere le vostre pizze, mettete la pietra refrattaria nel barbecue (io ne ho uno a gas della Charlbroil) accendete al massimo, in modo che la temperatura arrivi a 250°C.
Nel frattempo che il barbecue raggiunge la temperatura, preparare gli ingredienti per condire le vostre pizze. Io come prima mi sono data alla pizza Margherita classica, ma sappiate che potete farcire a vostro gusto.
Appiattite con le mani, avendo cura di lasciare il cornicione ai bordi, i panetti, se serve mettete uno spolvero di farina di semola sul piano di lavoro e condite con pomodoro a pezzettoni, pepe, mozzarella, basilico e se vi piace un filo di olio.

Spolverate la pala*** su cui trasferirete la pizza, e poi aprite il barbecue e spostate con colpetti veloci la pizza  sulla pietra refrattaria, chiudete il coperchio del bbq e cuocete, in 3 minuti potrete già cuocerne un’altra perché questa sarà cotta.


** Essendo Estate e con temperature alte, la mia cucina la sera in cui ho preparato il poolish aveva la temperatura ambiente leggermente più alta di 20°C, circa un 3°C in più, ma il risultato non ne ha risentito.



P.S. Ho congelato due panetti  dopo averli formati. In settimana li scongelerò a temperatura ambiente circa 7-8 ore e POI vi farò sapere com'è andata!!!

Enjoy!!!

venerdì 14 giugno 2019

PEPERONI VERDI LUNGHI IN PADELLA (Cornetti fritti)



Ricetta tipica qua da noi quando inizia la stagione giusta. Complice il fatto che mi sia arrivata in regalo una busta di questi peperoni verdi lunghi, che non sono da confondere con quelli piccoli come peperoncini, e che non avevo mai cucinato. Ovvio che avrei potuto farli al forno, o anche ripieni di carne e/o riso, ma avendoli spesso trovati al ristorante ottimi per accompagnare carni arrostite, pesce, e antipastini a base di formaggi locali, ho voluto proprio farli così, in padella con ottimo olio extra vergine d'oliva. Per la ricetta mi è venuta in aiuto la mia Giusfina, come la chiamo affettuosamente io, che ormai fa parte della famiglia e che si occupa di casa nostra e anche di Ronald Reagan quando partiamo.



Quindi vi assicuro che quest ricetta è proprio Catanese, così come si sono sempre cotti questi peperoni verdi, che il mio fruttivendolo chiama "cornetti verdi" e quindi suppongo sia così che si chiamano nei vari mercati rionali della città.
Una ricetta estremamente facile, solo lunga nella cottura, ma praticamente ve la dovete scordare sul fuoco, quindi non fatevi prendere dal panico eh!


PEPERONI VERDI LUNGHI in PADELLA (Cornetti fritti)

8/9 peperoni verdi lunghi (cornetti)
olio extra vergine di oliva
sale


Tagliate il picciolo ai peperoni ed eliminate con l'aiuto di un coltello spilucchino i semini dall'interno, lasciando i peperoni interi. In una padella capiente versate un dito di olio extra vergine di oliva e accendete il fuoco e fate arrivare a temperatura. Posizionate bene incastrati i peperoni nella padella, coprite con un coperchio, abbassate il fuoco al minimo e fate cuocere un'ora, in pratica scordateveli. Passata un'ora salateli e girateli sull'altro lato, ricoprite con il coperchio e fate cuocere un'altra oretta sempre a fuoco bassissimo, cioè sul fornello più piccolo con la fiamma al minimo. Passata questa altra ora, togliete il coperchio, passate su un fornello più grande e fate evaporare l'acqua a fuoco vivace, basterà circa un quarto d'ora. aggiungete sale se occorre e servite sia caldi che a temperatura ambiente, e non dimenticate di aggiungere dell'ottimo pane perchè quell'olio rimasto è una cosa irresistibile.


Enjoy!!!

mercoledì 12 giugno 2019

PANE UIGURO (Uyghur Bread)



Sono passati tre anni quasi dal nostro viaggio in Cina, ma come ogni avventura tutti i ricordi restano indelebili e scritti nel cuore.
Una delle zone meno Cinesi dell'immensa Cina è sicuramente la parte dove si trova l'etnia degli Uiguri, la regione autonoma Uigura dello Xinjiang, solo il 2% dell'infinita popolazione Cinese che non fa parte degli Han, i Cinesi come li conosciamo noi, ma sono una minoranza di religione Islamica, quasi tenuta da parte al confine con i deserti del Gobi e di Taklamakan, e stanno scomparendo, o meglio gli Han li stanno facendo scomparire insieme alle loro tradizioni e usanze. Per farvi un esempio tre anni fa esisteva a Kashgar ancora una zona "vecchia" con case e botteghe autentiche, ma il governo Cinese stava già buttando giù tutto per costruire una zona "nuova", fasulla per i turisti, finta come gli edifici di una Disney World, perchè così a noi appariva, per i turisti Cinesi perchè sono così tanti che a loro degli altri turisti poco importa. Per gli Han ciò che è vecchio va distrutto e ricostruito, e sono poche le cose che si sono salvate, qualche tratto di Muraglia Cinese, la Città Proibita a Pechino, il palazzo d'Estate e poco altro, la stessa Pechino che ha una piccolissima zona caratteristica rimasta intatta per i turisti, è stata rasa al suolo per far spazio ad anonimi grattacieli.



Tornando agli Uiguri, il Governo li sta portando via dalle loro case per spostarli in grattacieli dormitorio e così una parte caratteristica di questo popolo, che discende dai Turchi, sta del tutto scomparendo. Ma non è che gli Uiguri siano solo "vittime", purtroppo tra loro ci sono anche fondamentalisti Islamici con la conseguenza del terrorismo, cosa che durante il nostro viaggio in quelle zone, soprattutto nella città di Ürümqi, abbiamo avvertito, per controlli di sicurezza mai vissuti in nessuna parte del mondo.


Detto questo, una delle tante cose belle della cultura Uigura è la cucina, distante anni luce da quella Cinese, ma influenzatissima da quella mediorientale e tra questi una delle cose che più mi ha affascinata è senza ombra di dubbio il pane. Il pane Uiguro lo si trova sulle bancarelle dei forni per strada, perchè viene cotto in forni tandoori e questo è quello che mi aveva frenato all'epoca del nostro viaggio sulla Via della Seta (perchè parliamoci chiaro, non credo avrò mai un forno del genere a casa mia, ahinoi), dal non interessarmi eccessivamente ai "timbri" di spilli utilizzati per schiacciare questi pani piatti, che vengono mangiati secchi spezzettati nelle zuppe di verdure. Il profumo che si sprigionava per le strade impolverate a confine con il deserto, ci ha anche fatto fermare a comprarne qualcuno appena sfornato e quanto ci è piaciuto!



Qualche giorno fa ho ordinato su amazon una nuova pietra refrattaria, Hans Grill, di forma rettangolare, cosa che mi aveva attratta, poichè tonde ne ho già due, ma rimane un sacco di spazio inutilizzato del forno, mentre questa rettangolare mi offre un'area più ampia su cui cuocere pani e pizze, e così ho voluto provare a fare questo pane Uiguro che mi aveva tanto colpita in Cina. Unico problema non mi ero comprata uno dei "timbri" tondi e particolari e così me ne sono creata uno io a casa su una pezzetto di legno, armata di martello e con spilli corti. In pratica ho sperimentato la pietra refrattaria, il timbrino personalizzato e anche la ricetta. Il risultato: ECCELLENTE!!!
Ora farò più pratica con il timbro, anzi ho deciso che me ne farò uno tondo come quelli originali così i prossimi Pani Uiguri li infilzo riempiendoli tutti.




Per la ricetta ne ho cercate tante e anche confrontate e poi messo insieme tutto nella mia testa e aiutata dalla memoria "gustativa" ho portato a casa il risultato e ne sono molto soddisfatta.
Veloce nelle lievitazioni, che sono due e una volta raggiunta la temperatura nella pietra vi assicuro anche nei tempi di cottura.


PANE UIGURO - UYGHUR BREAD

1 cucchiaino di lievito di birra disidratato (io uso quello del Lidl nella bustina verde)
1 cucchiaino di zucchero
175 ml di acqua tiepida
165 g di farina 00
80 g di farina di semola (più quella per spolverare il piano di lavoro e la pala per infornare)
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di olio d'oliva ( più quello per ungere il pane prima di infornare)
semini di sesamo facoltativo

In un ciotolina versate metà dell'acqua con il lievito e lo zucchero, mescolate e lasciate riposare una decina di minuti, e nel frattempo versate le farine nella ciotola della planetaria (io uso KitchenAid), con gancio ad uncino*.
Quando il lievito con lo zucchero avrà iniziato a fare qualche bollicina, azionate la planetaria e versate sulle farine e iniziate a fare amalgamare, aggiungendo anche il resto dell'acqua. Spegnete la macchina e con l'aiuto di una spatola pulite le pareti della ciotola mescolate e rimettete in moto, fate lavorare un 5 minuti e poi aggiungete il sale con l'olio, fate amalgamare bene tutto e quando vedrete l'impasto aggrappato al gancio, toglietelo formate una palla e mettete in una ciotola unta di olio chiudete con pellicola per alimento o il coperchio della ciotola stessa e lasciate lievitare un'ora. Prendete nuovamente l'impasto e sgonfiatelo, e riformate una palla facendo le tipo le pieghe del secondo tipo, rimette nella ciotola unta a lievitare con la parte della chiusura pieghe sul basso, chiuso con coperchio un'altra ora. Mezz'ora prima di infornare posizionate la pietra refrattaria a metà nel forno e accendete il forno alla massima temperatura (il mio arriva a 270°C), ma anche 250°C vanno bene.
Quando l'impasto avrà fatto la seconda lievitazione prelevatelo, dividetelo in due e formate due pagnotte. Infarinate, con farina di semola, generosamente il piano di lavoro, stendete con le dite l'impasto avendo cura di formare un cornicione, spennellate con olio extra vergine di oliva e coprite con un panno di cotone una ventina di minuti.


Con il timbro a spilli, o con i rebbi di una forchetti, bucherellate il pane nella parte centrale, infarinate bene sempre con farina di semola la pala di legno per infornare, aprite il forno e posizionando la punta della pala nella parte più in fondo della pietra refrattaria scuotendo con colpetti veloci la pala stendete il pane, e man mano tirate indietro la pala di legno e vedrete che il vostro pane, o focaccia o pizza si stenderanno perfettamente sulla pietra refrattaria senza perdere la forma o facendo brutte pieghe.
Se avete messo il forno a 270°C come me, abbassate la temperatura a 250°C e cuocete per circa 5 minuti, vedrete che la parte interna del pane inizierà a prendere colore. Una volta cotto il primo pane cuocete alo stesso il secondo.
Inutile dire che caldo con del prosciutto crudo, o della mortadella, è favoloso, ma in realtà se lo lasciate seccare e lo spezzettate dentro una zuppa, che può essere anche fredda come un estivissimo Gazpacho, avete svoltato.

ENJOYYY!!!

lunedì 10 giugno 2019

TORTA ROVESCIATA ANANAS E COCCO



Quando ho visto questa torta pubblicata da Valentina, non mi sono data pace fino a quando non l'ho replicata. Ovviamente il tutto doveva essere decorato con i fiori di ananas essiccati in forno e fino a quando non l'ho assaggiata sono stata in fibrillazione, e dopodichè l'apoteosi. Davvero buonissima, con la premessa che erano anni che volevo fare una torta rovesciata all'ananas e che come prima volta sono soddisfattissima, ma mi riprometto di provare a fare anche quella classica anni '70 che mia madre ha trascritto sulla sua agenda che un'amica proponeva ad ogni evento, perchè era proprio buona.


Io ho usato una teglia ovale di 28 cm x 22 cm, ma va benissimo anche una da 24/26 cm di diametro.



TORTA ROVESCIATA ALL'ANANAS E COCCO (presa da Profumo di limoni)

Per uno stampo tondo da 24 cm

1 scatola di Ananas sciroppato a fette, con o senza zucchero è indifferente
20 g di burro, per lo stampo
40 g di Zucchero di Canna, per lo stampo
4 Uova medie
100 g di burro fuso, a temperatura ambiente per la torta
150 g di Zucchero semolato
140 g di Farina tipo 00
1 bustina di Lievito per dolci
100 ml di latte di Cocco
60 g di Cocco rapè
2 cucchiai di Rum
1 pizzico di sale

Fate sgocciolare l’ananas sciroppato. Preriscaldate il forno in modalità statica a 180°C.
Imburrate lo stampo e spolverizzatelo di zucchero di canna.  Distribuite le fette di ananas ben sgocciolate e tamponate con carta assorbente da entrambi i lati sul fondo dello stampo in un unico strato, a vostro piacimento.


Sbattete le uova e lo zucchero finché il composto sarà raddoppiato di volume, io ho utilizzato la planetaria con la frusta a filo. Unite il burro fuso e mescolate con l’aiuto di una spatola. Unite anche la farina setacciata con il lievito, la noce di cocco rapè ed il pizzico di sale, mescolando tutto con una spatola dal basso verso l’alto. Aggiungete infine il latte di cocco ed il Rum.
Versate il composto nello stampo sulla frutta. Infornate per circa 40 minuti. Sfornate e dopo 5 minuti rovesciate su un vassoio o piatto da portata.


Prima di servire la torta decoratela con i fiori di Ananas se li avete preparati, oppure con del cocco disidratato.

P.S. Dovesse risultarvi chiara dopo averla sformata potete aggiungere dello zucchero di canna in superficie e caramellizzare con un cannello. 





Enjoy!!!

venerdì 7 giugno 2019

ARANCINI con RICOTTA, ACCIUGHE e FINOCCHIETTO SELVATICO


Questo è un consiglio che sempre do e sempre continuerò a dare  e cioè che se fate un Risottino allo zafferano o uno alla Parmigiana, ne dovete fare sempre in più, perchè avrete la possibilità di fare in seguito dei magnifici arancini.
La settimana scorsa mi ha risolto una cena in maniera sfiziosa con approvazione totale di mio marito, che da ora in poi li pretenderà spesso.
Complice di tutto questo sicuramente la favolosa ricotta che avevo comprato e il finocchietto selvatico che mi cresce bello e fresco in un vascone in giardino.
Sembra un lavorone fare gli arancini ma in realtà se ci si organizza sono abbastanza facili da fare, la cosa lunga può essere appunto preparare il riso, che è consigliabile fare il giorno prima e poi conservare in frigo così formare l'arancino sarà un'operazione facile.
Provare per credere!!!


ARANCINI con RICOTTA, ACCIUGHE e FINOCCHIETTO SELVATICO
(per 8 arancini)

Per gli arancini

400 g di risotto di Zafferano
100 g di ricotta fresca di pecora (scolata)
4/5 acciughe
2 rametti di finocchietto selvatico
pepe nero macinato al momento

Per la lega

500 g di acqua
250 g di farina
sale

Per la panatura 

Pangrattato

Per la frittura

Olio di semi di mais o arachidi (abbondante perchè deve essere una frittura ad immersione)


Preparate  il riso con qualche ora d'anticipo, perché al momento della preparazione degli arancini  deve essere ben freddo, quindi anche il giorno prima va benissimo e lo conservate in frigo.
Fate la lega, che è la pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancino e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versate l'acqua in una scodella profonda, aggiungete la farina, e il sale e amalgamate bene con una frusta. Mettete da parte e preparate il ripieno.
Mescolate la ricotta le acciughe tagliate a pezzetti, il pepe tritato al momento e il finocchietto tritato finemente in una ciotolina e poi passate alla formatura degli arancini.

Mettete un canovaccio o un vassoio sotto ad una griglia bella grande (così non sporcherete il piano di lavoro), disponete la ciotola con la lega, la ciotolina con il ripieno  e un piatto con il pangrattato così da avere tutto già pronto e fare meno movimenti sparsi per la cucina.
Prendete con una mano un po' di riso in base alla grandezza dell'arancino che desiderate (io ho pesato 8 palline da 50 grammi). Poi, girando con tutte e due le mani, formate una palla. Posate il futuro arancino su un vassoio e ricominciate fino a terminare il riso. Lasciateli riposare per una mezz'ora, in modo che raffreddino (anche se il riso era freddo di frigo, col calore delle mani si saranno un po' scaldate) e che il riso si compatti rendendo poi più facile la farcitura.
Tenendo la palla di riso con una mano, con il pollice dell'altra mano create un buco in alto e al centro e cominciate ad allargarlo spingendo sia verso il basso che sui lati. Posate nuovamente la palla di riso sul vassoio e passate al resto degli arancini.
Con un cucchiaino da caffè prendete un po' di ripieno e inseritelo all'interno del buco precedentemente, poi chiudete l'arancino: un po' spingendo il ripieno verso il basso, e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancino. Girate l'arancino tra le mani per dargli la forma e per rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posate l’arancino con il ripieno sul vassoio e passate ad un altro fino a completarli tutti.
Quando tutti gli arancini saranno pronti, passate alla "lega". Dare qualche colpo di frusta alla pastella per riprendere l'amalgama di acqua e farina e a questo punto immergete singolarmente gli arancini nella lega, poggiandole poi sulla griglia, in questo modo la lega scola e resta uno strato sottile, e così anche la panatura sarà sottile e croccante.  La lega non deve asciugare, quindi se fate tanti arancini, prevedete di preparare una decina di arancini con la lega e impanateli, e poi continuate con lega-panatura un po’ alla volta.
Passate gli arancini “legati” uno ad uno dentro il pangrattato, pressandoli bene con le mani per "saldare" bene lega e pangrattato, per rendere compatta la superficie degli arancini e, all'occorrenza, per riprenderne un pochino la forma.
Versate l'olio in una pentolina piuttosto alta e stretta. Quando l'olio sarà pronto (io faccio sempre il test con il manico di un cucchiaio di legno, che immerso si riempie subito delle micro bollicine, vuol dire che l’olio è pronto), immergete gli arancini  per 4/5 minuti rigirandoli con l’aiuto di una spatolina (il calore deve arrivare fino all’interno) e comunque fino a quando non risulteranno belli dorati in superficie.
Il meglio gli arancini lo danno caldi, ma non bollenti!!!





Enjoy!!!

mercoledì 5 giugno 2019

FIORI DI ANANAS



Un giorno così all'improvviso a Valentina Von Happiness salta in mente che deve fare la torta rovesciata all'ananas e comincia a cercare, a fare editti su facebook, e alla fine ha trovato quello che cercava in un libro che aveva a casa sua (vi prego alzate gli occhi al Cielo come ho fatto io e il resto del web, ve prego!!!) ... e così ha fatto una torta bellissima e direi anche buonissima, ma la cosa che mi ha fatta letteralmente impazzire è stata la decorazione.
Ora ok questa idea dei fiori fatti con le fettine di Ananas sembra sia di Martha Stewart, ma io non ci avevo mai fatto caso, quindi considerando che se mai le avessi viste me ne sarei ricordata ...devo ringraziare Valentina per la scoperta!!!
Nel mentre ringrazio anche la Treccani che mi ha spiegato bene l'Ananas, che in sostanza è una pigna che contiene tanti mini frutti, detti bacche (cioè ma cose da pazzi, non ci avevo mai pensato al fatto che fossero tanti fruttini, ma in effetti ognuno quando l'ananas è tanto maturo contiene un semino!).
Vi starete anche chiedendo cosa ce ne dovremmo fare di questi fiori di ananas, beh considerando la semplicità per ottenerli, direi che se li immaginate su una torta, o dentro ad una coppetta sopra panna montata, o per presentare una macedonia, direi che vi ho già risposto... io li trovo bellissimi e li farò spesso!!!


FIORI DI ANANAS

Con un bel coltello (di solito per questa “decapitazione” uso il coltello del pane) eliminate il ciuffo di foglie e il fondo del frutto, con un coltello seghettato ritagliate la buccia dell’ananas seguendo il profilo del frutto. Sul frutto rimarranno le classiche placchette e vanno eliminati i “buchetti” con l’aiuto di uno spilucchino. Con la mandolina o un’affettatrice tagliate fette molto sottili. Ricoprite una teglia con della carta forno e adagiateci le fette di ananas. Infornate per circa 1 ora e mezza, o comunque fino a quando iniziano a prendere colore, se ne volete di varie sfumature fatene essiccare qualcuna in più, a 120°C in modalità ventilata, avendo cura di capovolgere le fette a metà cottura. Prima che le fette siano completamente secche, prelevatele dal forno con delle pinze, se non volete ustionarvi, adagiatele in degli stampini monouso da cupcake, o per avere fiori anche più “piccoli” dentro a dei bicchierini  in modo che, asciugandosi e indurendosi, rimangano piegati a forma di fiore.
Volendo portare avanti il lavoro per evitare di farli all’ultimo minuto, potete farli un giorno prima, ma assorbiranno umidità, quindi il mio consiglio è di lasciarli nei bicchierini e coppette varie e ripassarle al forno 10-15 minuti prima di utilizzarli per decorare torte, dolci al bicchiere o macedonie.



Enjoy!!!