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Un mese fa rientravo da quattro giorni in Sardegna, quattro giorni intensi, emozionanti che si
sono rivelati una scoperta. Grazie ad AIFB (Associazione Italiana Food Blogger)
le Camere di Commercio di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari ,a me e altri 15
associati, hanno offerto la possibilità di immergerci nella Sardegna “sconosciuta”,
non la Sardegna che tutti conoscono e che identificano con spiagge mozzafiato,
movida notturna estiva e lusso… ma la Sardegna vera, quella reale …quella dei
Sardi!!!
Tutto è iniziato in una bella mattina di Dicembre, la
Sardegna ci ha accolte con un bel sole tiepido e piacevole e col sorriso
allegro di Giuseppina Scorrano, che ci
ha portate subito nel Sarrabus… . Ecco il Sarrabus …. Di primo acchito si può
sicuramente immaginare sia una zona, ma dove?? Esattamente si trova ad est di Cagliari,
nella sua provincia e racchiude un’area
estesa di ben 19 comuni. Noi otto blogger che abbiamo goduto dell’ospitalità di
questa parte della Sardegna abbiamo concentrato tutto nella zona di quattro
comuni :Castiadas, Muravera, Villaputzu e San Vito, in quest’ultimo siamo stati
ospitati in meravigliosi Bed & Breakfast, case tipiche ed antiche che sono
state recuperate e che ora ospitano in maniera molto affascinante chi desidera
passare qualche giorno in questi luoghi meravigliosi.
Prima tappa del nostro soggiorno è stata la Peschiera di Feraxi, dove una cooperativa di pescatori ha dato vita ad una realtà locale, con
allevamento di pesci e molluschi, nel comune di Muravera, dentro ad una laguna,
che come dice Giuseppina è “struggente” per la posizione, i colori, gli odori
della natura, e qui siamo stati ospiti a pranzo del ristorante, esattamente
dell’Ittiturismo, che gli amici della Peschiera hanno aperto e dove il pesce
che si mangia non può essere più fresco di così, perché è pescato e cucinato,
in maniera favolosa! Cozze, orziadas (anemoni di mare fritti), bottarga di muggine,
orate, zuppe di anguille, tutto rigorosamente fresco! Qui abbiamo incontrato i responsabili del GAL del Sarrabus, Giuliano Meloni e Cristiana Verde, che ci hanno raccontato con
entusiasmo e fiducia il loro territorio e il loro importante lavoro per
valorizzare quello che il Sarrabus ha da offrire.
Questo è stato l’unico posto dove abbiamo visto uno scorcio
di mare, perché in effetti è come ci ha detto Giuseppina, il mare c’è, è
vicinissimo ,ma non si vede, tutto è basato sull’agricoltura, il mare per i
Sardi non è mai stato considerato una buona cosa, perché portava solo invasioni
e quindi nei secoli passati ci si stava alla larga, e probabilmente questo è
anche il motivo per cui la Sardegna possiede ancora coste incontaminate, ma di
più prodotti della terra con i sapori genuini che altrove si sono persi.
Resta però il fatto che il pesce mangiato alla Peschiera diFeraxi è stato fantastico e inutile dire che la qualità e le quantità sono state
a livelli eccelsi e mi risparmio di dirvi che verso la seconda tappa, il Comune
di San Vito, eravamo così satolle e felici che in pullman ci sono stati 20
minuti di religioso silenzio…in pratica ci stavamo facendo la “pennica” di rito
dopo un pranzo così pantagruelico.
La seconda tappa, dopo aver depositato le valigie nelle
nostre stanze, io sono stata nella bellissima Casa Licheri, è stata a Casa Camboni,
dove i gentilissimi ed ospitali proprietari delle Case che ci ospitavano, si
sono raccolti per accoglierci, e per preparaci una cena tipica mostrandoci
anche alcune ricette… abbiamo fatto con la signora Erminia, Daniela e Martina i
Culurgioneddus, delle ravioline ripiene di ricotta dolci e fritte, tipiche di
questa zona, abbiamo visto Irene impastare e preparare il capretto per le Sa
Panada che avrebbero cotto nel forno a legna della casa, “grazie” ad Irene e
suo marito abbiamo anche assaggiato su pane carasau il Casu Mrazu, che ci è
ance piaciuto tantissimo. Abbiamo mangiato come se non ci fosse un domani,
culurgiones del Nuorese e quelli di San Vito, pane fatto nel forno del paese da
alcune di noi, capretto, formaggi,ppane Carasau, Pan di Sapa , un’infinità di
dolci e dolcetti tipici…. Senza sosta sulla varietà e sulle quantità.
Inutile dirvi che la cena che è stata preceduta da questi interessanti e coinvolgenti laboratori
di cucina, che sono stati uno dei regali più belli di questi giorni, il
conoscere, il ricevere delle tradizioni delle famiglie locali…per me sono cose
che non hanno prezzo!!
La seconda giornata è iniziata con una colazione tipicamente
Sarda tutti insieme sempre a Casa Camboni, dove ad ognuna di noi sono
stati regalati mazzetti di erbe aromatiche tipiche della Sardegna: il mirto, il
lentisco, il timo, il rosmarino, il finocchietto selvatico, il corbezzolo …
tutte erbe che si trovano girando per le campagne e che regalano all’aria un
odore tipico ed inconfondibile appena si giunge su quest’ isola meravigliosa.
Poi Giuliano ci ha fatto un regalo bellissimo, un fuori
programma inaspettato, ma incredibile, ci ha portato a casa del Maestro Luigi Lai,
dove c’è anche un piccolo Museo di Launeddas, sempre a San Vito, che ha fatto
per noi un piccolo “concerto” improvvisato suonando le sue Launeddas, canne
lavorate dal Maestro e che donano una musica commovente, si, mi sono emozionata
a sentire suonare il Maestro Lai queste musiche antiche tramandate da generazioni
… ho veramente riconosciuto questa terra attraverso le note che questi strumenti ci regalavano!
Da lì siamo andati verso le campagne, ricche di agrumeti, ad
incontrare alcune aziende del territorio, ospiti del GAL Sole Grano Terra del Sarrabus, Guerrei,
Trexenta e Campidano di Cagliari per conoscere i prodotti del territorio con l’immancabile
e ricchissima degustazione. Anche qui tra profumati mieli, formaggi, verdure e
agrumi abbiamo seguito un paio di laboratori sulle confetture di arance e mele cotogne
con la gelatina delle stesse mele cotogne nel Centro Ippico Agrituristico del Sarrabus.
Dopo il pranzo in agriturismo ricchissimo e delizioso ci
siamo dirette verso l’azienda agricola di Stefano Lai, un pastore, come ama
definirsi lui, ma che si occupa non solo di pastorizia, ma anche di raccolta di
sughero e della produzione dell’AXRIDDA, un formaggio che viene fatto stagionare
nell’argilla, così come ha imparato da suo nonno, pastore prima di lui.
Essendo inverno la luce del giorno ha lasciato spazio alla
sera e noi intraprendenti, ma piene come “proceddi” siamo state accompagnate a
Villasalto al Ristorante(laboratorio dello chef Paolo Perella, dove ci ha accolte nel suo
pittoresco locale e dove è stato un ospite eccellente. Ci ha preparato un’infinità
di piatti solo ed esclusivamente locali, cotti in maniera perfetta, dove
abbiamo assaporato ogni minimo ingrediente presente, il suo famoso stufato di capra, la mozzarella di Capra, il maialino rrosto, i ravioli di ricotta, il salumi di ovini,e tante tantissime altre ottime cose … cena conclusa, con l’unico
ingrediente non Sardo presente nella cucina del grande chef, il gelato al
pistacchio di Bronte, ma preparato con il miele locale e con il latte e la
ricotta delle capre dei pascoli della zona.
E anche la seconda giornata si è conclusa in maniera ricca
di sapori, “saperi “e profumi!
Alla prossima puntata, perché non è finita, ci siamo
trasferiti a Nuoro per altri due giorni di posti, luoghi, profumi e ricette di
un’isola che non conoscevo e che molti ancora non conoscono.
Ma lasciatemi chiudere questo post con i ringraziamenti a
tutte le persone stupende che abbiamo incontrato e conosciuto nel Sarrabus,
dove spero di tornare presto, perché so che ci sono ancora tante cose da
scoprire, da imparare, da conoscere e di cui raccontare.
GRAZIE SARRABUS!!!
A seguire una ricetta che ho imparato proprio in Sardegna,
la Sapa di arance, che non si trova in commercio, quindi o ve la fate da soli
oppure andate nel Sarrabus e vi lasciate ospitare da queste meravigliose
persone che sicuramente ve ne offrirà un po’ ; ognuno ha le sue dosi, più o meno succo di
arance, più o meno zucchero, io ho fatto una mia modifica, perché cercavo QUEL
preciso profumo, che sono certa di aver sentito annusando la Sapa di arance, i
chiodi di garofano!!!
SAPA DI ARANCE
1 litro di succo di arance (Tarocco) fresco (circa 10-12
arance, dipende da quanto sono grandi)
800 g di zucchero
5 chiodi di garofano
Fate una spremuta di arance e filtratela con un colino,
versate il succo così ottenuto in un tegame dal fondo spesso e aggiungete lo
zucchero che mescolerete e farete sciogliere. Accendete il fuoco, aggiungete i chiodi di garofano e
portate a bollore. Abbassate la fiamma al minimo e fate sobbollire dolcemente
per circa un’ora, un’ora e un quarto. Schiumate di tanto in tanto. La Sapa di
arance sarà pronta quando si sarà addensata e avrà preso un colore ambrato. Versate
subito in vasetti di vetro puliti e sterilizzati e chiudeteli con il coperchio e mettete a
testa in giù.
Tenderà ad addensarsi una volta fredda, quindi non superate
i tempi di cottura, in Sardegna la Sapa di arance si usa molto per fare il Pan
di Sapa, ma per la sua consistenza “mielosa” trovo sia ottima anche su una
fetta di pane tostato a colazione o da accompagnare con formaggi stagionati!
English version
One month ago I with other member of AIFB (Italian foos
blogger Association) were invited to spend some days in Sardinia, to discover
products, recipes and places not known. We were happy to meet people so kind
and rich of ospitality in their beautiful B&B, I was in Casa Licheri, and
ancient typical house of San Vito, that’s in the Sarrabus Region, we learnt delicious recipe from the sea at
the Peschiera of Feraxi, where some fishermen organized a coopertion where to
find very fresh fish and also where they opened a restaurant where to eat great
fish dishes.We learnt recips made of bread stuffed with meat and vegetables,
homemade raviolis (they call them “culurgiones” ) and even so many different
kind of typical desserts.
We were also lucky tomet Maestro Luigi Lai, and he made e very short concert for us in his Launeddas ( a typical homemade instrument) Museum in San Vito.
We met people thet produce honeys, vegetables, great oranges
and tangerines, and above all great typical Sardinian cheeses.
The most of people know Sardinia only for the famous seaside
where tourists go to spend rich Summer on their boats, but trust me Sardinia in
the rest of this amazing Italian island…Sardinia is made af brave and strong
people, with a great heart that have a lot of things to show us …as the
beautiful countryside, the smell od herbs, the colors of nature and all the
products that the earth can give us!!
I give to you a recipe that you can’t buy, because the
people make it just for their own…. Try it, it is incredible!!
ORANGES SAPA
4 cups fresh orange juice
4 cups sugar
5 cloves
Squeeze the oranges and get a fresh juice, filter it through
a strainer, pour the sifted juice in a saucepan and add the sugar and mix very
well. Add the cloves and bring to a boil. Reduce heat to low and simmer gently
for about an hour, hour and a quarter. Skim occasionally. The Sapa will be
ready when it thickens and has taken an amber color. Pour immediately into
glass jars and close them cleaned and sterilized with the lid and put it upside
down till cool.
Sapa will tend to thicken when cold, so do not exceed the
cooking times, in Sardinia the Sapa made with oranges is used a lot to make the
Pan Sapa, a sweet spiced bread, but for its consistency as honey I find it is
also excellent on a slice of toasted bread or served with seasoned cheese!
Che racconto dettagliato! Mi hai fatto rivivere quei giorni bellissimi! Cri
RispondiEliminaBello Flavia!!!
RispondiEliminaLeggo e mi sembra ieri, stessa sensazione che ho avuto leggendo Patty!
Mi state mettendo in agitazione ragazze!!! :))
Veramente un tour spettacolare anche il vostro!
RispondiEliminaDeve essere stato bellissimo.
Posso solo immaginare le tante cose buone che avete potuto assaporare.
Ormai la sapa mi incuriosisce tantissimo! :-D
Aspetto il seguito.
Fabio
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cara Flavia mi hai fatto venire una fame ....;)
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ciao Flavia, che bel post e che belle Foto ;) vedo che anche voi vi site divertite alla grande!!! Blella la Sardegna!!! un Bacio
RispondiElimina